Ancora pensieri notturni. Sola, nella mia stanza preferita, molto tardi come sempre, una tazza calda per combattere i brividi di freddo, musica che ammorbidisce il silenzio intorno a me.
Sgranchisco le dita sulla tastiera, eccole che ticchettano impazienti nell’attesa di un’ispirazione che non arriva.
Vi capita mai di stare ore senza emettere alcun suono ed essere stanchi come se invece aveste parlato fino allo stremo? A me spessissimo, nella mia testa penso, preparo discorsi che non saranno mai uditi da anima viva, canto, invento ricette, sogno vite parallele, compilo elenchi di cose da fare, libri da leggere, luoghi da visitare, abbozzo progetti che il tempo o il buonsenso faranno abortire.
Improvviso la vita, cerco di afferrare il senso delle cose, anche se ciò che mi resta in mano è solo una pozza di acqua stagnante.
La vita è imprevedibile, sfuggente, prende per un poco la forma del suo contenitore ma cambia, cambia di continuo, come l’acqua, come l’aria, quando sei certa di averla fermata all’angolo ecco che sparisce per farti marameo da lontano.
Ho tutto ciò che mi occorre ma continuo ad essere inquieta, come un animaletto mi affaccio sulla soglia della mia tana, il pelo ritto, i sensi in allerta, osservo, catalogo, cerco di indovinare da dove arriverà il pericolo o soltanto la prossima novità.
Ecco uno dei miei difetti più fastidiosi, mi annoio presto, la routine mi ammoscia, non mi stimola, cerco sempre la novità, il brivido dell’adrenalina o più prosaicamente i prossimi casini in cui andare a cacciarmi
-“La tranquillità non fa per te, tu hai bisogno di rogne per tirare avanti, se no ti spegni come una candela troppo corta”-
Chi ha detto questa frase mi conosce fin troppo bene e non posso che dargli ragione.
Cerco sempre lo scontro, la sfida con me stessa, nessuno mi darà mai un premio ma io saprò di aver attraversato il traguardo.
Il sonno si farà attendere, sempre la solita primadonna, ma la testa mi fa male per tutto questo vorticare di pensieri e i sogni mi reclamano.
Ascoltando